Tra terra e cielo

ita_flag.gif documentario, 2010, 70’, 35mm, Dolby Digital SRD

Di fronte al grande progresso della farmacologia, la medicina popolare sembra davvero poca cosa. Eppure sempre più persone cercano rimedi alternativi. Andando oltre il business del naturale, si arriva a persone vere che conoscono perfettamente i segreti della medicina popolare. Persone che stanno attente a cosa mangiano e valorizzano l’orto di casa. Persone che conoscono e sentono la natura che li circonda in un modo non dissimile dagli indigeni di una foresta africana. Persone che riflettono sui concetti di malattia e di cura, sul senso della vita e della morte.

Regia e riprese: Joseph Péaquin
Montaggio: Valentina Andreoli
Montaggio del suono e sound design: Riccardo Spagnol
Mixage: Paolo Segat
Color correction: Mike Joris
Produzione: Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta – Programma europeo di cooperazione territoriale transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2007-2013 – Progetto “Les racines du goût”.
24° Tokyo International Film Festival – Natural TIFF (Giappone) www.tiff-jp.net
51° Festival dei Popoli – Panorama Italiano
59° Trento Film Festival – Natura Doc
3° Scanno Natura Doc – Effetto Uomo
3° Festival A Travers Champs (Belgio)
4° Moscow International Film Festival of Visual Anthropology “Days of Ethnographic Cinema” (Russia)

Recensione di “Tra terra e cielo” a cura di Lisa Cecconi
(19/11/2010 –
www.persinsala.it)
E’ un viaggio lungo il sentiero ascoso delle origini quello di Tra Terra e Cielo di Joseph Péaquin. Un viaggio che, da generazioni, si intraprende a piedi, bastone alla mano e zaino in spalla, con la metodica reverenza che si riserva ai riti.
In un momento in cui anche il progresso sembra aver mangiato la foglia del fascino biologico e della medicina alternativa, popolando gli scaffali di pomate e polverine, pasticche, creme e unguenti di ostentata ascendenza naturale, Péaquin indaga sui processi e gli strumenti ma, ancor prima, sulla filosofia che ne accompagna la produzione.
L’ipermercato, la fabbrica, l’erboristeria, diventano i luoghi di una prima osservazione che assiste neutra, ma si commenta da sola, nella freddezza automatica dei macchinari, nella monotona abbondanza della serie fino al richiamo pretenzioso delle confezioni. Non c’è natura nella plastica vivace e accattivante affastellata lungo le corsie di un market né, tantomeno, nelle maglie implacabili di una catena di montaggio.
La natura, quella vera, il regista la scova arroccata e armoniosa lungo le terre della Val d’Aosta, nel cuscino umido del sottobosco, nel canto variopinto dei fiori montani. E qui, tra le fronde e la pietra, vivono i veri depositari di una cultura antica, preziosa come un segreto, affascinante come un mistero: la raccolta paziente delle erbe, le tecniche accurate di conservazione, l’arte amorevole e sapiente di ricavare distillati cristallini e fumanti decotti dal potere terapeutico.
E’ questa profonda conoscenza del mondo che ci nutre, assieme alla fiducia grata e riconoscente nei confronti dei suoi frutti, che accomuna alcuni abitanti della Val d’Aosta alle popolazioni indigene dell’Amazzonia. Una questione di attitudine, come ci spiega una curatrice, un diverso concetto della persona e della sua integrità di corpo, mente e spirito.
La medicina delle case farmaceutiche saccheggia foreste in lungo e in largo per appropriarsi dei principi attivi insiti nelle piante, isolarli e potenziarli attraverso sintesi chimiche, infine brevettarli e accaparrarsene la distribuzione. I conoscitori della tradizione erboristica sanno che la natura ha i suoi ritmi e i suoi tempi e che ogni malattia non è soltanto questione di sintomi, da far tacere e debellare nel minor tempo possibile, ma è segnale e occasione per riflettere sulla propria vita, sul modo in cui l’abbiamo condotta e sull’opportunità di un eventuale cambiamento.
Proprio come lo sciamano all’interno di certe culture, la medicina popolare nostrana si prefigge di curare l’individuo nella sua unicità, nella particolarità del suo essere e nella naturalezza delle sue origini. L’efficacia dei suoi prodotti è la misura della sua verità.
Péaquin ce ne mostra alcuni con il lungo processo che ne sta alla base e che proprio nei gesti misurati, nella freschezza genuina degli ingredienti, trova la fonte del proprio potenziale. Un documentario discreto, delicato, a tratti gioiosamente ironico, per ricordarci che l’universo ci sussurra tutt’intorno, basterebbe soltanto saperlo ascoltare.

fra_flag.gif documentaire, 2010, 70’, 35mm, Dolby Digital SRD

Face au progrès de la pharmacologie, la médecine populaire semble quelque peu dérisoire. Et pourtant, l’intérêt pour cette médecine à base de plantes officinales et de rites ne cesse de croître. En laissant de coté le business qui se développe autour du « tout naturel » nous rencontrons de vraies personnes qui connaissent parfaitement les secrets de la médecine populaire. Des personnes qui prennent le temps de réfléchir sur la maladie et les soins qui en découlent et plus amplement sur le sens de la vie et de la mort.

Réalisation et image : Joseph Péaquin
Montage : Valentina Andreoli
Montage son et sound design : Riccardo Spagnol
Mixage : Paolo Segat
Etalonnage : Mike Joris
Production : Assessorat de l’Education et de la Culture de la Région autonome Vallée d’Aoste – Programme Européen de Coopération Transfrontaliere Alcotra Italie-France 2007-2013 – Projet “Les racines du goût”.
24° Festival Intenational du Film de Tokyo – Natural TIFF (Japon) www.tiff-jp.net
51° Festival dei Popoli – Panorama Italien
59° Trento Film Festival – Natura Doc
3° Scanno Natura Doc – Effetto Uomo
3° Festival A Travers Champs (Belgique)
4° Moscow International Film Festival of Visual Anthropology “Days of Ethnographic Cinema” (Russie)


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